4 Maggio 2012 – Activism for Cities Visions – ore 10

Abstract e invito ai relatori_ abstract_english version (click here to download)_ Activism for Cities Visions

Durante il primo appuntamento di AfterCrisis, Costruire cittadinanza per fare città, il dibattito si è maggiormente focalizzato sul concetto di -cittadinanza-, un termine per alcuni aspetti ambiguo ed escludente (in Italia in particolare il diritto di cittadinanza si basa sullo “ius sanguinis”) che si sente la necessità di rideclinare o risignificare in base ai cambiamenti sociali, culturali e politici in atto, sorpassando i sistemi vigenti, ad oggi palesemente inadeguati.

Il seminario ‘ Activism for Cities Visions’ si svilupperà partendo da una constatazione, la crisi dello spazio urbano,  e da una critica, il fallimento  delle istituzioni “democratiche” come forme di gestione e governo.

“Non si può negare che esistano tutte le ragioni, sociali, politiche ed umane, per opporsi alla situazione esistente.” (Marvi Maggio)

Oggi è possibile sostenere un rinascimento dello spazio in cui le soggettività si muovono, producono, consumano, desiderano e creano?

Si può ancora immaginare una rinascita urbana e culturale, all’interno delle istituzioni, delle gerarchie e delle normative esistenti  o vi è bisogno di nuovi processi costituenti?

Sembra infatti nascere un nuovo paradigma, un nuovo zeitgeist (cfr. Josep Lluis Mateo): esso non è più basato sul grande, sul globale, sull’indeterminato generico e sull’indefinito, bensi si sviluppa sul piccolo e diffuso, sul diretto, sul soggettivo, sul collettivo, sull’azione diretta e concreta, anche ribelle ed insorgente.

Se il territorio “è l’uso che se ne fa” (Pier Luigi Crosta) vi è urgenza  di comprendere se i progetti top-down, a prescindere dalle loro caratteristiche e intenzioni, mantengano ancora un ragione di esistere.

Dunque come può il ruolo istituzionale che un pianificatore, un architetto, un artista in qualche modo si trova sempre a ricoprire, confrontarsi con l’ informalità e l’azione insurgent, con le rivendicazioni dei movimenti e dei gruppi attivi all’interno degli spazi urbani e dei territori?

Quale è la relazione tra i Movimenti e le pratiche con la ricerca e le discipline?

Quali contraddizioni si generano quando un attivista, che ha vissuto  pratiche e metodologie di conflitto, cosciente della complessità della relazione tra legittimità e legalità, si trova a ricoprire il ruolo di gestore del bene pubblico o di promotore di un’iniziativa economica come operatore privato?

Tali interrogativi cercano di riflettere su come le pratiche prodotte dal conflitto e dai movimenti, dalle situazioni autogenerate e autorganizzate, possano oggi diventare basilari nella progettualità, diventare progetto, trasformando così in centralità ciò che ora è ancora marginale.

Si sente l’esigenza di nuovi processi di apprendimento, necessari allo sviluppo di una competenza progettuale che sia in grado di rendere espliciti i saperi impliciti delle persone.

“Si diventa capaci di nuove competenze soltanto se messi nelle condizioni di interagire con le risorse a esse necessarie.”  (Paolo Cottino)

Si auspica che il punto di vista dei nostri ospiti sul rapporto tra conoscenza dei processi di urbanizzazione (con i suoi meccanismi più nascosti) e l’effettività dei movimenti urbani (Marvi Maggio) possa fornirci nuovi possibili percorsi di conoscenza, riflessione, discussione e azione che portino alla ri-creazione di nuove città e territori.

 

 

Ospiti, biografie e riferimenti per la preparazione al seminario :

Paolo Cottino, urbanista, dottore di ricerca in Pianificazione del territorio presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, insegna Analisi delle politiche urbane presso la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano. Presso il Dipartimento di Architettura e Pianificazione conduce da anni attività di ricerca nel campo del planning, occupandosi in particolare di progettazione di politiche integrate nei contesti periferici. Nel 2009 è tra i fondatori di KCity, società di professionisti specializzata nella progettazione di interventi di rigenerazione urbana e iniziative per la qualità sociale e lo sviluppo del territorio. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Competenze possibili. Sfera pubblica e potenziali sociali nella città, Jaca Book, Milano, 2009; Attivare risorse nelle periferie. Guida alla promozione di interventi nei quartieri difficili di alcune città italiane, Franco Angeli, Milano, 2009; (con Paolo Zeppetella) Creatività, sfera pubblica e riuso sociale degli spazi, Fondazione Cittalia, ANCI Ricerche, Roma, 2010; “Reinventare il paesaggio urbano. Approccio di politiche e place-making“, Ri-Vista, n.12, Firenze University Press, 2010; “Usi del riuso. Competenze sociali e rigenerazione urbana”, in Communitas, n.51,2011; “Housing sociale nella prospettiva della rigenerazione urbana”, Urbanistica dossier, 002/11, INU Edizioni.

Materiali introduttivi al seminario a cura di Paolo Cottino:

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Estratti da Competenze Possibili di Paolo Cottino  

Pier Luigi Crosta, professore ordinario di politiche urbane e territoriali al Corso di laurea in Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale dello IUAV di Venezia, ha studiato al Politecnico di Milano (1964), planning all’Università di Harvard e al MIT (1968-69). E’ stato coordinatore del Dottorato di ricerca in Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio, Dipartimento di Pianificazione Iuav, Venezia. Ha condotto ricerche sull’autocostruzione, sulle operazioni di urbanizzazione di grandi dimensioni, sulla pianificazione intercomunale e comunale. Dei suoi studi sul processo della pianificazione rendono conto i libri L’urbanista di parte, 1973; L’urbanistica del riformismo, 1975; La produzione sociale del piano, 1984; La politica del piano, 1990 e 1995; Politiche, 1998, saggi e volumi in riviste specializzate italiane e straniere. Con più diretto riferimento sui temi dell’azione locale partecipata: Crosta P.L. (2005) Le pratiche dell’uso sociale del territorio come pratiche di costruzione di territori. Quale democrazia locale. In Gelli F., a cura di, La democrazia locale tra rappresentanza e partecipazione, Franco Angeli, Milano;  Crosta P.L. (2003) “Reti translocali. Le pratiche d’uso del territorio come politiche e come politica”, Foedus, n. 7; Crosta P.L. (2007) “Interrogare i processi di costruzione di ‘pubblico’ come ‘prove’ di democrazia”, in Luigi Pellizzoni ( a cura di) Democrazia locale. Apprendere dall’esperienza, ISIG, DSU Gorizia; Crosta P.L. (2007) “L’abitare itinerante come ‘pratica dell’abitare’ che costruisce territori e cstituisce popolazioni. Politicità delle pratiche” in I territori della città in trasformazione, a cura di Alessandro Balducci e Valeria Fedeli, Franco Angeli, Milano.

Materiali introduttivi al seminario a cura di Pier Luigi Crosta :

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Pratiche_cap VI, estratto da Pratiche. Il territorio “è l’uso che se fa”, di Pier Luigi Crosta, Franco Angeli, 2010.

Postfazione di Pier Luigi Crosta al libro Competenze Possibili di Paolo Cottino

Pratiche_cap X, estratto da Pratiche. Il territorio “è l’uso che se ne fa”, di Pier Luigi Crosta, Franco Angeli, 2010.

Marvi Maggio, cresciuta a Torino, ha fatto parte dei movimenti degli anni 70, del movimento del 77, del movimento delle donne, è stata redattrice della fanzine If negli anni ’80 e del Bollettino delle donne nei primi anni 80. Nei primi 5 anni del 2000 ha collaborato con il centro sociale ex Emerson di Firenze e ha contribuito a formare l’osservatorio sulla città e il territorio dell’area metropolitana di Firenze. Laureata in Architettura con 110/110 (Politecnico di Torino 1982), Dottoressa di Ricerca in Pianificazione Territoriale ed Urbana (La Sapienza, Roma, 1992), Master di II livello in Scuola di Governo del Territorio con 110/110 e lode (Istituto Italiano di Scienze Umane, 2009), nel 1991 è fra i fondatori dell’International Network for Urban Research and Action. Ha condotto numerose ricerche sul rapporto fra pianificazione territoriale, mercato immobiliare e movimenti urbani, in Italia, nei Peasi Bassi, nella Repubblica Ceca, nel Regno Unito, in Canada, per il Politecnico di Torino, l’Università di Roma e di Firenze, il Censis, il CNR, l’Universiteit van Amsterdam, il Politecnico di Praga. Nel 1993 è “Goverment of Canada award holder for a post doctoral research” presso il Department of Geography dell’University of Toronto. E’ stata docente di pianificazione a contratto presso il Politecnico di Torino. Attualmente partecipa alla ricerca New Metropolitan Mainstream dell’INURA ed è funzionaria dell’Area di Coordinamento Pianificazione territoriale e paesaggio della Regione Toscana (rappresentante Cobas nell’RSU). E’ referee dell’International Journal of Urban and Regional Research.

Abstract introduttivo al seminario a cura di Marvi Maggio:

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Conflitto, Conoscenza e Movimenti Urbani di Marvi Maggio

Glenn Jenkins è uno dei membri fondatori del Collettivo Exodus di Luton (Marsh Farm, Londra), che ha iniziato organizzando ‘free party’ prima di diventare una agenzia di auto-rigenerazione di comunità ‘DiY’ (Do it Yourself),fornendo valide estimolanti soluzioni ‘bottom up’ ai problemi di esclusione sociale che annoverano eventi musicali e di danza per comunità libere, progetti di edilizia sociale e di fattorie urbane.  Glenn da allora è stato coinvolto nel “Marsh Farm New Deal for Community” e nel “Marsh Farm Development Trust”.

“we’re a possible solution to do things we’ve never dreamed on. I mean, you start with entertainment, and you end up with the world, a rave new world” (Malyon 1998: 202)

Oggi riveste il ruolo di Grassroots Community Facilitator at Marsh Farm Outreach CIC. Fa parte della rete INURA, International Network for Urban Research and Action.


18 aprile – Building Citizenship to Make the Cities

Il concetto di cittadinanza è divenuto sempre più complesso e critico, allargando il campo delle pratiche in cui si manifesta o potrebbe manifestarsi, al di là di uno status individuale definito giuridicamente.

La città può essere rappresentata come uno spazio caratterizzato da una pluralità crescente di luoghi investiti da micro conflitti, espliciti o latenti, ognuno dei quali è espressione di una propria singolarità. Si tratta generalmente di luoghi che coinvolgo pratiche dell’abitare quotidiano e che assumono valore, anche simbolico, in quanto banco di prova per l’azione pubblica e per le modalità di relazione, consolidate o in corso di formazione, fra cittadini e istituzioni.

Assumere alcuni luoghi come casi dotati di una loro singolarità e riconoscervi la capacità di restituire una conoscenza in grado di far luce sulla genericità del sistema degli strumenti chiamati in causa nel governo della città e del territorio, è una strategia che attiene alla necessità di informare la  riflessione disciplinare di contenuti di realtà.

Il tal senso il seminario intende riflettere sugli aspetti critici, e innovativi, che coinvolgono urbanistica e politiche, nelle differenti dimensioni in cui si esplicano ed agiscono, a partire dalla prova dei luoghi e delle persone che li abitano.

L’occasione è data dal libro e dalla mostra “Milano Downtown”, in quanto esiti di una ricerca commissionata dal Plan Urbanisme Construction Architecture del Ministero Francese de l’Ecologie, du Développement et de l’Aménagement durables al Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano (coordinata da Massimo Bricocoli e Paola Savoldi),  che raccoglie contributi relativi a cinque quartieri di Milano posti sotto osservazione, come casi in grado di restituire uno spettro compiuto delle modalità dell’azione pubblica (anche come assenza) e delle implicite strategie, relativamente ai luoghi dell’abitare.

Il seminario vuole essere occasione di dibattito e di confronto fra i ricercatori di Milano Downtown e gli studenti del Laboratorio di Sintesi del Corso di  Laura Magistrale in Pianificazione e Politiche per la Città, il Territorio e l’Ambiente della Facoltà di Pianificazione di Venezia (coordinato da Giulio Ernesti e con Moreno Baccichet, Silvia Dalla Costa e Ruben Baiocco) che sullo stesso contesto si sono esercitati in un’esperienza didattica.

I casi discussi sono, pertanto, assunti come sfondo significativo per interrogare, insieme ad altri studiosi, la proposta annunciata dal titolo del seminario di invertire i termini della locuzione che da sempre esprime il legame fra cittadinanza e città: dalla criticità di una prospettiva meramente fisica della costruzione della città che, invece di fare, spesso riduce il senso di essere cittadini di molti abitanti a “costruire cittadinanza per fare città”, in cui i luoghi, ed in particolare quelli del conflitto, possono restituire il senso e la direzione nella ricostruzione di tale legame.

Abstract del contributo a cura degli autori di Milano Downtown

Massimo Bricocoli e Paola Savoldi
Milano Downtown.
Azione pubblica e luoghi dell’abitare

Contributi di: Giovanni Hänninen, Massimo Bricocoli, Paola Savoldi, Alessandro Coppola, Lidia K. Manzo, Raffaele Monteleone, Paola Arrigoni. Commenti di Ota de Leonardis e Pier Carlo Palermo.

Negli ultimi vent’anni, i processi di trasformazione e di crescita insediativa che hanno caratterizzato il mutamento del paesaggio dell’abitare in Italia mostrano come il ruolo di guida pubblica sia stato fragile e inefficace. Tali trasformazioni hanno spesso seguito impulsi e razionalità proprie della promozione immobiliare, connotate da un’offerta molto conservativa e da una forte dissipazione di suolo. Ma quali forme di governo hanno legittimato tali orientamenti e quali effetti hanno prodotto nei contesti urbani? E quali nuovi  paesaggi e modi di vita urbani hanno prodotto?

Gli autori propongono cinque storie di altrettanti quartieri milanesi muovendo dalla convinzione che l’indagine ed il racconto di concrete esperienze urbane costituisca un’ottima occasione per formulare delle ipotesi circa le metamorfosi dell’azione pubblica e del governo della città.

Il nuovo insediamento di Santa Giulia, un “grande progetto urbano” promosso da un imprenditore immobiliare emergente con l’appoggio di un’influente coalizione politica risoltosi in uno spettacolare fallimento, tale da trasformare un progetto di nuova e scintillante urbanità in un vecchio quartiere dormitorio separato dalla città.

Il nuovo ambito residenziale Pompeo Leoni, frutto della riconversione di un’area industriale dimessa, e che si caratterizza per la sua ostentata separatezza dal resto della città – vista come luogo di complessità, disordine – risolvendosi  in un “quartiere-dormitorio-con-Esselunga”, secondo la felice definizione di un abitante.

L’edilizia popolare di Gratosoglio, un quartiere “difficile” investito da un processo di riqualificazione retoricamente costruito su principi della mixité sociale e funzionale poi concretizzatosi in una gestione autistica del territorio e nella localizzazione di funzioni di scarto, secondo lo stereotipo più scontato del trattamento delle aree periferiche.

I contesti storici – densi e stratificati – delle aree di Canonica-Sarpi e via Padova, caratterizzati da una forte presenza straniera cui corrisponde un’evidente incapacità da parte delle istituzioni di governarne “preventivamente” la complessità crescente. Il ricorso a soluzioni emergenziali all’insegna della retorica della “sicurezza” sarà l’esito naturale di un tale cortocircuito fra azione pubblica inadeguata e profonde trasformazioni sociali.

Dai cinque racconti, ad emergere è un quadro complessivo fatto di evidente povertà progettuale, forti istinti al separatismo sociale che ispirano l’azione di attori pubblici e privati, minimalismo dell’azione istituzionale ed incapacità di governare la complessità di usi e popolazioni che caratterizzano le grandi concentrazioni urbane. Un deficit di intelligenza delle istituzioni che rischia di tradursi in un sempre più grave deficit di democrazia, nella città che si vuole la più avanzata del paese.

A distanza di un anno e mezzo dalla pubblicazione del volume e a fronte di un cambio importante dell’amministrazione comunale, presidiare mantenendo uno sguardo sui luoghi i modi del governo delle trasformazioni sociali ed urbane a Milano pare questione di straordinaria attualità sia per alimentare gli studi urbani con indagini empiriche sia per una questione di impegno civile che pare costantemente necessario nel nostro Paese per prospettare la possibilità di una civile pratica del fare urbanistica.

Gli autori:

Massimo Bricocoli è ricercatore presso il Dipartimento di Architettura e pianificazione del Politecnico di Milano. Research Fellow (2009-2010) della fondazione Alexander von Humboldt è membro del City Reformers Group presso la London School of Economics e del Laboratorio di sociologia dell’azione pubblica ‘Sui Generis’ presso l’Università di Milano Bicocca. Tra i suoi lavori più recenti: Città in periferia. Progetti locali e politiche urbane in Francia, Gran Bretagna e Italia (con Paola Briata e Carla Tedesco, Carocci 2009) e, con Paola Savoldi, Villes en observation. Politiques locale de Sécurité urbaine en Italie (Éditions du Puca, Paris 2008).

Paola Savoldi è ricercatrice presso il Dipartimento di Architettura e pianificazione del Politecnico di Milano. Oltre al già citato volume con Massimo Bricocoli, ha pubblicato: Milano in contrasto (con Davide Zanoni, Maggioli editore 2007) e Giochi di partecipazione. Forme territoriali di azione collettiva (FrancoAngeli 2006).

Paola Arrigoni è direttore del dipartimento Studi sociali dell’istituto per gli studi dell’opinione pubblica ispo a Milano. Laureata in Scienze politiche e in Programmazione e Gestione delle politiche dei servizi sociali, tra i suoi più recenti interessi di ricerca è l’intreccio tra questioni relative all’immigrazione, il governo del territorio e il welfare nella città contemporanea. Ha pubblicato sul caso di Via Padova, il volume: Terre di Nessuno. Come si costruisce la paura metropolitana, Melampo Edizioni, Milano, 2011.

Alessandro Coppola, dottore di ricerca in Politiche territoriali e progetto locale presso il Dipartimento di Studi Urbani dell’Università di Roma Tre, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di architettura e pianificazione del Politecnico di Milano. Ha svolto attività di ricerca alla John Hopkins University di Baltimore e alla City University of New York. Tra le sue pubblicazioni: Dalla fabbrica alla Banlieue, Ediesse, 2006 e Apocalypse Town, Laterza, 2012.

Giovanni Hänninen, dopo un dottorato di ricerca in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Milano, è tornato alla passione per la fotografia. Collabora ora con varie riviste nazionali e internazionali per le quali realizza ritratti, reportage sociali e di lifestyle. Parte del suo lavoro è pubblicato in:  HYPERLINK “http://www.hanninen.it” www.hanninen.it.

Lidia K.C. Manzo, laureata in Comunicazione Politica e Sociale presso l’Università degli Studi di Milano, è attualmente dottoranda in Sociologia presso l’Università di Trento. La sua ricerca nel campo degli studi urbani privilegia un approccio etnografico alle pratiche quotidiane e un’esplorazione delle dimensioni sociali ed economiche del cambiamento. Svolge attualmente la sua ricerca di dottorato sui temi dei processi di gentrification a Parkslope-Brooklin.

Raffaele Monteleone, dottore di ricerca in Sociologia, è stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Si occupa di politiche sociali e di forme di azione collettiva. È membro del Laboratorio di Sociologia dell’azione pubblica ‘Sui Generis’ dell’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: La contrattualizzazione nelle politiche sociali: forme ed effetti, Officina Edizioni, 2007.